Rutebeuf è stato un poeta francese. Di lui si hanno pochissime o nulle notizie, eccetto quanto si può dedurre dalle sue opere, redatte tra il 1249 e il 1277. Non esiste alcun'altra testimonianza relativa a tale persona; nè atti o documenti d'archivio, nè citazioni o riferimenti in altri scrittori... Nel caso nostro, RUTEBEUF è semplicemente lo pseudonimo che l'autore di questa rubrica ha deciso di utilizzare per la sua precisa volontà di restare anonimo. Di fatto è un ben conosciuto giornalista-giocatore-commentatore (da qui il desiderio dell'anonimato), frequenta occasionalmente il nostro circolo, alcuni tra noi lo conoscono bene, altri invece solo di vista. Dispenserà autentiche perle di saggezza, non risparmiando arguzia, humor e... gossip in quantità...!
Viaggiai per giorni e notti per paesi lontani / Molto spesi per vedere alti monti, grandi mari/ E non avevo occhi per vedere a due passi da casa / la goccia di rugiada sulla spiga di grano (Rabindranath Tagore). Miei cari giocatori della Chena-Cup vi state allenando o vi state trastullando in amene località di villeggiatura? Spero che queste mie parole vi raggiungano mentre vi state rilassando e godendo qualche momento di serenità. Riposate ma non abbandonatevi all’ozio perché mi sembra già di sentire un sordo brontolio, colgo una sottile tensione, quasi come se si fosse in quei momenti che precedono un temporale, dove l’aria si carica di elettricità, gli animali si tacciono, il frinire incessante delle cicale (così forte qui nella terra in cui sto trascorrendo le mie ore, la terra che ha udito declamare le odi del mio contemporaneo Cielo D’Alcamo), cessa e poi, improvvisamente, un lampo seguito da un tuono così forte da scuotere la terra! La tempesta è arrivata! Così arriverà la competizione e sarà battaglia, sarà scontro, sarà gloria per pochi e sconfitta per molti. Chi alzerà la coppa della vittoria? Verso chi volgerà il suo sguardo benevolo la Vittoria? Riuscirà Tiger a imporre anche questa volta la sua legge? Mai come questa volta i giochi sono più che aperti e, ne sono certo, i nuovi membri del torneo sapranno dimostrarsi avversari tenaci e riusciranno a rendere ancora più interessante la tenzone. Chi l’anno scorso ha assaggiato l’amaro calice della sconfitta non sarà certo da meno: il desiderio di rivalsa è un forte stimolo ma deve essere attentamente gestito perché può essere anche un grosso ostacolo! Di contro chi ha vinto, e parlo di Tiger, costretto a controllare tutti gli avversari potrebbe rischiare di perdere ogni sicurezza e fare come un grosso Big Horn impegnato a dimostrare costantemente le proprie capacità e a rispondere ad ogni sfida lanciata dai giovani pretendenti e, così facendo, dimentica persino di nutrirsi fino a che non cede sotto i colpi dell’ultimo sfidante perdendo corona e prestigio e ovviamente diritto a trastullarsi con le femmine del branco! Ora, mentre sono qui dal bordo della piscina e guardo i giocatori che si stanno sfidando sul campo del Verdura in questo pomeriggio siciliano, mi rendo conto che chi afferma che la passione per il gioco del golf può essere tale da rasentare la follia ha ragione: sotto un sole a dir poco cocente proseguono imperterriti nel loro gioco! Sono convinto che voi tutti vorreste essere qui a “pestar l’erba” di questo club perché sia chiaro, un po’ folli lo siete anche voi! Io mi limiterò a chiedere che il barman mi pesti un po’ di Hierba Buena per il prossimo mojito e a dedicarmi alle mie care compagne di viaggio: fra poco, sfruttando l’aria condizionata della suite, giocheremo anche noi…. (non certo a golf!). Rutebeuf
Io dicevo: «A metà della mia vita / me ne vado alle porte degli inferi; sono privato del resto dei miei anni»./ Dicevo: «Non vedrò più il Signore /sulla terra dei viventi,/non vedrò più nessuno/fra gli abitanti di questo mondo./ La mia tenda è stata divelta e gettata lontano da me,/come una tenda di pastori./Come un tessitore hai arrotolato la mia vita,/mi recidi dall'ordito./ In un giorno e una notte mi conduci alla fine»./ Io ho gridato fino al mattino./ Come un leone, così egli stritola/ tutte le mie ossa./ Come una rondine io pigolo,/ gemo come una colomba./ Sono stanchi i miei occhi di guardare in alto./Signore, io sono oppresso; proteggimi./ Che dirò? Sto in pena/ poiché è lui che mi ha fatto questo./ Il sonno si è allontanato da me/ per l'amarezza dell'anima mia./ Signore, in te spera il mio cuore;/ si ravvivi il mio spirito./ Guariscimi e rendimi la vita./[…] (Canto di Ezechia). Ezechia, scrive questo salmo pieno di struggente e profondo dolore al termine di un torneo di golf cui partecipò e che vide trionfare altri. Questo canto ben rappresenta il sentimento dei giocatori giunti alle spalle di Tiger Cozzi Woods. Hanno combattuto, fino alla fine ma Ella (la Vittoria), alla fine ha voluto premiare, e cingerne il capo di profumata corona d’alloro, colui che ha saputo, con caparbietà e costanza, dominare il campo della tenzone. Mi è stato riferito che, alla cena della vittoria, la commozione ha attraversato i suoi occhi, non ho dubbi. Tiger Cozzi Woods è uomo che in campo dimostra durezza ed impegno, ma esse sono accompagnate da sensibilità e intrinseca bontà. Gli altri contendenti non hanno che potuto inchinarsi al nuovo Re e sorridergli ma, il loro sorriso era velato da propositi di rivalsa. Ognuno di loro ha immaginato se stesso al posto del Tiger e già si stanno preparando per affrontare il nuovo torneo che si appresta a ripartire a settembre. I contendenti sono aumentati e, oltre a Miguelito, Paulita e Alex-Lee cui ho già rivolto la mia attenzione, avremo anche Dany-Mali’ Fleetwood: molto bene, il torneo aumenta non solo per quantità dei contendenti ma anche di beltà (con tutto il rispetto degli otto maschietti trovo che le quattro pulzelle suscitino in me un sentimento maggiore: hanno qualità che apprezzo non poco…). Forse, ma non prometto niente perché gli impegni di lavoro mi stanno occupando mio malgrado, durante il torneo mi paleserò di persona. So che, in qualche giocatore, hanno suscitato perplessità alcuni commenti da me fatti: Shane e Rory hanno espresso sentimenti contrastanti verso di me. Mi scuso, le mie sono solo facezie, dettate da invidia (per non poter giocare), e non da cattiveria. Vorrei rassicurare loro due come tutti gli altri: l’anno prossimo sarà come quest’anno! Ho aperto la mia nota citando un canto di un profeta ebraico vorrei chiuderlo citando un augurio che le persone di religione ebraica si scambiano nella pasqua: “l’anno prossimo a Gerusalemme”. L’augurio auspica che, se quest’anno siamo stati in esilio, l’anno prossimo Dio ci consentirà di tornare a casa (Israele la casa dell’ebraismo). Certo è un bel duemila anni che questo augurio viene scambiato……
Chi non ricorda il bel romanzo di Kipling ‘Capitani Coraggiosi’? Harvey Cheyne, figlio viziato di un grande magnate delle ferrovie, durante la traversata dell’atlantico cade dalla nave e viene ripescato dai marinai del peschereccio ‘Noi siamo qui’, impegnati nella pesca al merluzzo. In mare, nelle tumultuose acque di un oceano infinito vivrà un’esperienza che lo trasformerà da viziato ragazzo in un uomo concreto. Così anche quest’anno golfistico, per la Chena-Cup fatto di dure battaglie, di epici scontri, di giorni a volte fulgidi a volte tetri (nei risultati), si sta per concludere. Come quel ragazzo diventato uomo qualcuno la sera di sabato 11 diventerà campione. Ma oggi non voglio parlare dei contendenti che si affronteranno nell’ultima decisiva giornata: il mio commento lo redigerò a tenzone ultimata. Se i miei pochi lettori (altro che i ‘venticinque lettori’ di manzoniana memoria!) ricorderanno l’ultimo mio scritto, citai Riccardo Terzo che si domandava, finita la guerra, quale sarebbe stato il suo futuro. Sconsolato, giacevo dolente su un giaciglio di spine ascoltando in continuazione la canzone di Claudio Lolli che recita “quello che mi resta dei tuoi giorni, sono solo queste note tristi…”. Ricordate il mio lamento “che farò senza la chena-cup?”. Ma, come il raggio di sole scioglie la neve a primavera permettendo alla primula di sbocciare, mi è giunta una notizia che ha scaldato il mio cuore contrito e nuova linfa ha preso a scorrere nelle mie rinsecchite vene. Tre nuovi membri si apprestano ad unirsi all’allegra brigata! Miguelito Vicente Jimenez, Paulita Cabrera-Bella e Alex-Lee Westwood sono i nuovi campioni cui va tutto il mio plauso e caloroso benvenuto: li vedo già pronti, carichi di desiderio e speranza. Potrei riservare loro un trattamento più dolce, generoso, cordiale? Giammai, farei loro un torto! E poi che piacere ne trarrei? Quindi miei cari, incoscienti e inconsapevoli Miguelito, Paulita e Alex-Lee, preparatevi: io non sarò in campo ma la mia penna sarà simpatica come la flappa in un approccio decisivo, sarà dolce come uno slice che ti manda fuori limite, sarà tenera come una palla che invece di entrare in buca vi farà un bel giro completo allontanandosi di un metro. Mi sento già meglio. Vorrei rassicurare anche i giocatori già membri della Chena-Cup, la prossima settimana riserverò per ognuno di voi un mio pensiero personale. Ora vi lascio perché voglio esser pronto: sto rileggendo le note di un mio grande modello: Donatien-Alphonse-François De Sade, signore di Saumane, di La Coste e di Mazan, marchese e conte De Sade (vedi foto di repertorio). Vostro Rutebeuf
Ormai l’inverno del nostro travaglio / s’è fatto estate sfolgorante ai raggi / di questo sole di York; e le nuvole / che incombevano sulla nostra casa / son sepolte nel fondo dell’oceano. / Ora le nostre fronti / si cingono di serti di vittoria; / peste e ammaccate sono appese al muro / le nostre armi, gloriose panoplie, / e in giulivi convegni tramutate / le massacranti marce militari./ Deposto ha Marte l’arcigno cipiglio / e spianata la corrugata fronte, / e, non più in sella a bardati destrieri / ad atterrir sgomente anime ostili, / ora se’n va, agilmente saltellando/ per l’alcova di questa o quella dama / alle lascive note d’un liuto. (Riccardo 3°; William Shakespeare) Ci siamo. I nostri eroi si avvicinano alla fine di questo lungo travagliato percorso. Lungo e travagliato non per il gioco, non per gli avvincenti scontri che si sono svolti in quel di Lainate, ma per quello che è stato (e speriamo che il verbo declinato al passato resti al passato e non diventi un futuro…), il periodo del lockdown. Il Bardo d’Inghilterra con l’incipit del Riccardo 3° descrive molto bene la situazione dei nostri eroi che si sono sfidati in asperrime battaglie sul campo del Green Club nel quale hanno riversato speranze, desideri, vissuto tragedie, sofferto… Siamo ad un passo, ancora 18 buche e avremo il risultato di tante fatiche. Sarà Tiger ad alzare in alto lo scettro della vittoria? Sarà lui che “saltellerà, per l’alcova di questa o quella dama” o, come Riccardo 3° nella battaglia di Bosworth Field, troverà per mano di Richmond la sconfitta? Lancerà anche lui le parole “il mio regno, il mio regno per un cavallo” o traccerà un altro finale? E chi sarà il nuovo Richmond? Forse l’Highlander di Como, quel Colin dall’ardita capigliatura? Sarà il suo viso tinto di blu ad atterrire il nostro Tiger e a strappargli il premio finale. Sarà la tigre di Misinto, che ha estratto gli artigli menando fendenti a destra e manca dimostrando una vitalità inaspettata (inaspettata solo per chi non lo conosce!)? Oppure il vincitore verrà ancora da più lontano? Possiamo dimenticare Shane, nato a Clòirtheach (Clara in inglese), cittadina sul fiume Brosna che ospitò per un breve periodo anche l’italiano Guglielmo Marconi. Mary che sa far di conto e riesce sempre a portare a casa un risultato, emule di quel Nicklaus che con 18 major vinti guarda ancora dall’alto tutti i suoi sfidanti (anche quel redivivo di Woods fermo a 15…). Come dimenticare Lefty, quel Phil mai pago e mai sconfitto dato sempre in declino ma sempre lì a dar battaglia e spettacolo con i suoi colpi che lasciano stupiti. E Ninì? Vogliamo dimenticare la “donna che inventò la mossa”, capace di aggredire il campo con la sua azione che come nel blitzkrieg cantato dai fratelli Ramones é capace di dare una scossa elettrica da atterrire i suoi avversari. Infine Serghio che da buon spagnolo incede lentamente ma inesorabilmente verso l’obbiettivo: sarà lui, in un moto ed un impulso finale, a gettare la cucaracha nella olla podrida che Tiger vorrebbe gustare? Quale sarà il vincitore che il sole vorrà accarezzare con i suoi raggi lo sapremo presto ma, io che passo per un “rude bue”, non posso che provare un poco di malinconia, che cosa farò poi? Chi potrò dileggiare, scuotere, elogiare? Esiste un momento in cui le parole si consumano e il silenzio inizia a raccontare (Kahlil Gibran).
10 gennaio A.C. Caio Giulio Cesare alle prime luce dell’alba alla guida della Legio XIII Gemina attraversa il Rubicone e pronuncia la celeberrima frase “alea iacta est” (il dado è tratto: frase che ricorda anche una nota casa alimentare, la STAR… ossia stella…) E’ forse nata una nuova stella? Nel suo articolo l’amico Phill Money Mickelson dietro zuccherine parole di elogio insinua il dubbio. E’ noto che negli studi dentistici ai pazienti in attesa vengono offerte caramelle e dolciumi per alimentare e favorire le carie (d’altra parte il lavoro bisogna anche crearselo…), così fa il Phill, elogia ma sotto sotto…. Ma la giornata sportiva si è dimostrata foriera di importanti e interessanti movimenti nella classifica tali da non passare inosservati. Spiccano come stelle, queste si vere, le prestazioni del duo celtico rappresentato questa settimana da Colin e Rory. Colpisce in particolare la prestazione della Tigre di Misinto (mi perdoni Mina che voglio rassicurare sarà sempre nel nostro cuore), che ha infilato un totale di 35 punti totali balzando al terzo posto a pochi punti da Colin e rientrando appieno nella corsa per il secondo posto e non solo. Il Colin è una conferma: i risultati arrivano puntuali come un orologio svizzero. Si è installato al secondo posto e non ha intenzione di cedere. Tre PAR sono lì a confermare la capacità e la costanza del Colin. Certo che quella buca 7 proprio non la digerisci e so, che sia sabato che domenica ti ha creato non pochi dispiaceri… Ma non possiamo non parlare di Tiger, verso il quale (mi perdonino gli altri contendenti), ho una certa partigianeria: 13 punti sono un risultato con non gli si addice. Tiger, che cosa è successo? La tensione ti ha scosso? Hai avuto paura o la tua è una sottile strategia, un crudele gioco che riservi agli altri contendenti? Vuoi illuderli per poi colpirli senza pietà alcuna? Il Phill ha portato a casa 14 punti: caro Phill è vero che nel calcio la X vale un punto ma nel golf non è lo stesso! La X non porta punti! Buca 2, buca 4, buca 7 zero punti e poi mi fai un bel PAR alla buca 9! Ma dai! Vi ricordate di Bo Derek? Girò un film intitolato “10” e 10 sono i punti che hanno portato a casa Mary-Jackie, Serghio e Shane. Ora se per Mary-Jackie il confronto con Bo Derek regge, l’immagine di Serghio e Shane che escono dal mare indossando un bikini mi perseguiterà per un bel po’… Mary, forse su consiglio di Phill mi fa tre belle X e poi fa un PAR stupendo alla due! Serghio, non si discosta e da gentiluomo quale è non è da meno: tre X. Lo Shane esagera di X ne fa quattro! A tutti è tre consiglio di ripassare il metodo Stableford. E arriviamo a Nini. Ho capito cos’è successo: oramai sei abituata all’aria più pulita delle montagne sud-tirolesi e quando torni in quel di Milano l’aria inquinata ti stordisce. In vista dell’ultima giornata (che potrebbe vedere più che una sorpresa), allenati ma non a golf: per 15 minuti al giorno respira un po’ di aria inquinata. Vedrai che ti aiuterà! Ora vi lascio, ma vi aspetto in campo per l’ultimo giro della Chena-Cup. Vostro Rutebeuf
18 giugno 1815, nei dintorni del villaggio belga di Waterloo l’imperatore Napoleone Bonaparte subii la sua più cocente sconfitta che segnò la fine definitiva del suo dominio. Da li a poco sarà esiliato a sant’Elena dove, il 5 maggio 1821 spirerà. Napoleone è stato forse il più grande stratega, innumerevoli le sue vittorie, abile condottiero, anche davanti a forze nemiche superiori in numero sapeva ribaltare la situazione e afferrare la vittoria. Anche a Waterloo, nonostante la superiorità delle forze nemiche avrebbe potuto scrivere un altro finale. Ma non fu: lo tradirono piccoli accadimenti, ritardi, errori di comunicazione e valutazione. Sembrava fatta, ma la sera del 18 giugno 1815 la dea della vittoria volgeva il suo sguardo altrove verso Arthur Wellesley più noto con il suo titolo nobiliare di Duca di Wellington e verso Gebhard Leberecht von Blücher principe di Wahlstaff e feldmaresciallo dell’esercito prussiano. Il crepuscolo della giornata vide quell’uomo che con tanta baldanza il 26 maggio 1805 nel duomo di Milano si era posto sul capo la corona Ferrea pronunciando la famosa frase “Dio me l’ha data, guai a chi la tocca!”, assaporare l’amaro calice della sconfitta. Come novello Napoleone caro Tiger vedi apparire all’orizzonte l’alba di un giorno che senti glorioso convinto che nessuno potrà toglierli ciò che ritieni oramai tuo, la corona ferrea simbolo del Sacro Romano Impero. Guardi i tuoi concorrenti che appaiono smarriti, confusi, così simili agli ignavi dell’inferno dantesco che inseguono una bandiera che corre veloce senza mai raggiungerla. Vedo il tuo sorriso sardonico, il tuo sguardo quasi sprezzante, fiero delle tue forze. Tiger…, Tiger…., ascolta il clamore del campo di battaglia di Waterloo, ricorda le nostre parole: la vittoria è volubile, non cedere alle lusinghe delle sirene, ricorda Odisseo che per poco non perse la ragione; ampio sembra il divario tra te e i tuoi inseguitori ma tieni duro, non lasciarti ammaliare dal suono di canti che nascondono velenose intenzioni. Verrà il giorno in cui potrai riposare, verrà il giorno in cui le porte del tempio di Giano saranno chiuse a simboleggiare la pace, ma ora non è quel giorno. Mancano ancora due sfide, i punti in palio non son pochi, il trio che ti insegue ha ancora una speranza, sono tutti lì e sai che tutti sono stati capaci di exploit dirompenti. Che la sera del 20 giugno 2020 sia per te diversa da quella che fu per Napoleone il 18 giugno 1815.
6 giugno 1944, Normandia. All’alba migliaia di soldati assiepati nelle navi delle forze alleate si apprestavano allo sbarco nelle spiagge del nord ovest della Francia. Su quei gusci di noce sbattuti dalle onde di un oceano indifferente, l’aria era elettrica, carica di paura e speranza, della tensione si sentiva persino l’odore. 6 giugno 2020, Lainate. I nostri eroi si sono affrontati con pari ardimento e con pari tensione sui verdi prati del Green Club. Ancor prima di partire due defezioni importanti: Rory Talla McIlroy e Serghio Sin-Garcia-Grossi. Sul campo la loro mancanza si è sentita non poco e si è assistito a scene di vera disperazione: come si potrà cancellare l’immagine di Tiger Cozzi Woods che, come Rocky Balboa alla fine dello scontro con Apollo grida disperato cercando Adriana, correva sul tee di partenza della buca 10 gridando Serghio, Serghio, Serghioooo! Un dramma! Ma la disperazione di Tiger è stata la sua forza: un altro fantastico risultato conferma lo stato di grazia che sta attraversando il nostro eroe. Un bel par subito alla 10 un altro alla 17 e tutta una serie di risultati positivi, per nulla oscurati dalla X della buca 11, che è noto essere buca ostica e per nulla facile, lo fanno chiuder con 21 punti di giornata, confermandolo primo in classifica. Bravo Tiger ma ricorda ciò che abbiamo già detto: la vittoria è volubile, oggi ti arride e ti incensa, ma domani? Il Generale Guderian alla guida del Panzergruppe 2 baldanzosamente convinto di essere arrivato ad un passo dalla conquista di Mosca dovette arretrare davanti alla controffensiva sovietica: pregustava già il sapore del calice della vittoria, dovette bere l’amaro calice della sconfitta. La volubilità della dea alata è ben nota a Mary-Jackie Nicklaus: 13 punti sono il risultato di una giornata che si potrebbe definire tra luce ed ombre. Mary cos’è successo? Dal campo mi dicono che non hai giocato male: tutt’altro. La tensione gioca brutti scherzi ma nulla è perduto. Ciò che oggi è stato contro di te domani potrà essere a tuo favore. Lo spirito è forte. Ricorda il maresciallo Molotov: i panzer sembravano inarrestabili, pronti a conquistare i pozzi di petrolio della Crimea, cosa che avrebbe cambiato le sorti della guerra, ma ebbe un intuizione fenomenale: scoperto un grosso deposito di fluoro in una fabbrica chimica ordinò di riempire delle bottiglie e di lanciarle contro i panzer; il liquido penetrava all’interno dei carri incendiandosi e costringendo gli equipaggi tedeschi ad abbandonare i carri armati ormai in fiamme. Inventò lo bomba Molotov. Dunque non disperare, fai affidamento alla tua inventiva e alla tua caparbietà. È vero, hai perso il secondo posto a vantaggio di Shane Maximilian Lowry, ma i giochi non sono ancora chiusi! Del trio celtico, come già detto mancava il Rory, ma i due membri presenti, Shane Maximilian Lowry e Colin Steve Montgomery si sono fatti onore. Con 17 punti il primo e 18 il secondo hanno ben difeso l’onore dei Druidi. Entrambi vengono da una stirpe di guerrieri tenaci e senza paura. Certo ci vuole una certa dose di fantasia immaginare Colin che scende di corsa dalle highlands con il vento tra i capelli (manca la materia prima…), ma i risultati in campo sono lì a dimostrare che lo spirito c’è e, soprattutto, c’è anche una certa costanza dimostrata nel percorso del torneo. Dello Shane che dire: non è certo baldanzoso come Fionn Mac Cumhall del clan Baiscne, ma non è neanche un indolente, manca forse un po’ di continuità. Ci dicono che ha mancato due birdie alla buca 15 e alla buca 16 ma ha portato a casa due bei par. E’ ad un solo punto da Tiger, scavalcando Mary e ponendosi al secondo posto, ma quei colpi sbagliati saranno come sale sulla ferita pulsante? Nini, mia cara Nini, oggi il campo con te è stato crudele. Il risultato non mostra il tuo vero valore. Forse più che la tensione del cambiamento importante che stai affrontando la causa è da ricercare nel taglio di capelli (a onor del vero molto piacevole e che ben ti si addice): tu che ti alleni tirando dai “gialli” hai avuto la stessa sventura di Sansone dopo che Dalida tagliò i suoi capelli fonte della sua forza? So che non c’è nessuno più duro nel valutare il proprio gioco che te stessa. Si indulgente, questo gioco è così, la palla sembra sentire ogni nostro sentimento, sembra viva, sembra rappresentare ciò che siamo in quel particolare momento in cui ci apprestiamo a colpirla. Per ultimo, ma solo per caso, voglio parlare di Phill. 18 punti sono tutti li a dimostrazione di un gioco gagliardo. Il bel par alla 15 è una soddisfazione che compensa un poco la X alla 11 e gli 8 colpi alla 12. Phill è uomo di esperienza, di grande memoria e di enciclopedica conoscenza, diventa difficile trovare un difetto ma, forse, è proprio la memoria il suo limite. Il golf è uno sport che offre tanti spunti e vorrei qui descriverne uno: il tempo ha tre forme. Passato, presente e futuro. Il passato per definizione stessa è “passato”, l’abbiamo vissuto non possiamo certo viverlo ancora. Il futuro è là da venire, lo vivremo ma non è questo il momento in cui lo viviamo. Il passato delle volte diventa un’ancora che impedisce alla nave di lasciare il porto. Il futuro diventa un macigno, una scusa, faremo, saremo, diremo. Il futuro può essere un’illusione. Noi possiamo vivere e agire solo nel presente: lasciamo le ancore del passato, non cediamo alle speranze del futuro. Un brutto colpo va’ lasciato sul campo, dimenticato e cancellato per impedire che il futuro ne sia influenzato.
Miei cari golfisti della chena-cup, mi giunge ora l’informazione che tutte le attività del circolo saranno sospese fino al 3 aprile, data che auspico sia veramente quella in cui vi potrò rivedervi in campo impegnati nella sfida per la vittoria. Dando uno sguardo alla classifica devo dire che la tenzone è particolarmente interessante: le differenze di punti tra i diversi giocatori sono veramente limitate e le possibilità che vinca l’uno piuttosto che l’altro sono ampie. Sorprende, ma solo per chi non lo conosce, la classifica di Tiger Cozzi Woods che ha infilato una serie di performance notevoli. La capacità di giostrarsi con la mazza del Tiger è nota e Linsedy Vonn può confermarlo. Certo non vorremmo vedere il nostro performer confondere attrezzo e attrezzatura, i punti del Golf con il famoso punto G e quindi gli auguriamo di tener duro… La Testa della classifica vede al primo posto Mary-Jackie Nicklaus: questa atleta ha tutti i numeri per essere al primo posto. In fondo tra partita doppia, oneri fiscali, detrazioni d’imposta chi altri se non lei, che con i numeri ci sa fare, può dominare la classifica? Vero è che chi è davanti deve sempre tener d’occhio chi gli sta alle terga, come recita il salmo 56 versetto 7: ‘Suscitano contese e tendono insidie, osservano i miei passi, per attentare alla mia vita. Mary-Jackie Nickalus saprà tenere alta la sua bandiera? Solo il tempo lo dirà. Poi abbiamo un doppio a pari-merito: meglio sarebbe dire un triplo in quando innegabilmente lo Shane, come peso, è il doppio di Ninì! La costanza di Ninì è nota, d’altra parte è teutonica e come il conte Ferdinand Von Zeppelin, nato a Konstanz, è capace di grandi voli, speriamo solo che non voglia emulare il volo del dirigibile Zeppelin LZ 129 “Hindenburg”, che sicuramente ha brillato illuminando la scena nella Stazione Aeronavale di Lakehurst nel New Jersey, ma non è stato un bel ‘finale’! Che dire dello Shane: domenica lo abbiamo visto gareggiare con tal Damiano Lombardo de Roma, ma la gara non era in campo bensì al bar… i due, presi da una frenesia alcoolica si sono battuti fino alla fine lasciando sul campo 7 negroni a testa. E con negroni non intendo i Mandingo di mitica bellezza ma bensì l’unione di Gin, Campari e Vermouth, una fettina di arancio e qualche cubetto di ghiaccio. Dopo, altro che imbucare una palla: infilare la chiave nella serratura è stata una vittoria! Per Shane un bel “shame” è doveroso! Arriviamo a Rory. Nelle ultime due gare i risultati non l’hanno certo sostenuto ma so che è solo una caduta momentanea dovuta forse ai troppi impegni. Mi è giunta notizia che si dedica anche al Padel che non bisogna confondere con la padella (anche se il Rory quando magna, se difende bene!), segue le orme di Pantagruel e Gargantua dedicandosi a cene con amici e conoscenti, ma resta sempre fedele al campo da Golf, sempre presente al circolo di cui ne è diventato un pilastro. Phill Money Mickelson è sorprendente: sabato ha infilato bei 20 punti su nove buche risultando il primo della gara! La soddisfazione deve essere stata ampia: peccato che il risultato, e qui sento un gran sospiro di sollievo per gli avversari della competizione, non rientri tra quelli validi. Sono convinto che Phill, che non è uomo effimero, saprà confermarsi. Per Serghio Sin-Grossi-Garcia continuano i problemi di schiena che, uniti ai non certo brillantissimi ma, ad essere onesti, neanche poi così male, risultati dell’Inter, poco lo consolano. Si sa, il golfista, ancor più se interista, è abituato a soffrire ma non demorde, non molla, e avrà sempre un sorriso sul volto. Forza Serghio. A Colin Steve Montgomery un forte abbraccio e una sincera vicinanza: mi ha fatto piacere vederti in campo domenica A tutti voi della Chena-Cup un caro saluto e so che vi vedrò presto in campo. Rutebeuf
Purtroppo per motivi di lavoro, sia sabato che domenica non ho potuto esser presente sul campo per constatare quali siano stati i comportamenti e i risultati dei contendenti al primato della Chena-Cup ma, come si dice dalle parti mie, l’onestà dei giocatori mi fa stare in una botte de fero. Per cui non ho commenti sulla gara e leggerò sul sito i risultati ottenuti dai nostri eroi. Però vorrei approfittare comunque di questo spazio offertomi per approfondire la mia conoscenza del golf e vorrei parlare di alcune curiosità apprese dalla lettura di diversi testi che ho letto in quest’ultimo periodo. Devo dapprima confessare una mia debolezza: quando mi avvicino ad un argomento, acquisto e leggo una moltitudine di testi e cado in un delirio compulsivo-ossessivo. Questo mio comportamento, che non so definire pregio o difetto, ha avuto anche effetti curiosi e a volte imbarazzanti. Mi incuriosii di bonsai, ora ne ho ben 34; mi appassionai di nanetti da giardino, ne ho 57; ma la più devastante esperienza la ebbi con i sexy toys, alcuni li ho riconvertiti come giochi per il mio cane che è curiosamente attratto dai movimenti vibranti. Tornando al gioco del golf mi ha particolarmente colpito lo scoprire che esiste una diretta correlazione tra il modo con cui la palla viene colpita e la modalità con cui la stessa “vola” (se vola, perché alcune volte resta lì ferma al suo posto, a volare in questo caso sono le parole…). Molte volte si sente dire sul campo “ho chiuso la faccia del bastone” o al contrario “la faccia era aperta”: Chiusa, aperta: ma cosa vuole dire? Aperta o chiusa è riferita alla posizione che ha la faccia del bastone al contatto con la pallina rispetto alla linea di tiro ideale, ossia quella linea immaginaria che unisce il centro della palla con l’obbiettivo che si vorrebbe raggiungere. Insieme a queste tre diverse possibilità bisogna anche verificare come la faccia del bastone è arrivata al contatto, ossia quale “percorso” ha effettuato rispetto alla linea ideale. Abbiamo tra possibili modi con cui la faccia del bastone impatta la palla e tre possibili “percorsi” che può effettuare. Ora quanti possibili tiri si possono sviluppare è semplice: si moltiplicano le modalità con cui la faccia del bastone colpisce la palla (aperta, dritta o square, chiusa), con i tre “percorsi” (esterna-interna, dritta o square, interna-esterna), e otteniamo i 9 voli che la palla potrà effettuare. L'immagine che riporto è molto chiara e semplice e descrive tutti i voli della palla. Spero di non avervi annoiato e spero di potervi vedere presto in azione sul campo; ho visto che sabato e domenica ci sono stati ottimi risultati e che la classifica ha avuto uno stravolgimento notevole. Non si illuda chi oggi è in testa: chi sta in alto quando cade si fa più male! Rutebeuf
Da anni osservo quel gioco, che alcuni incredibilmente definiscono sport, che si chiama golf. Devo dire che il mio primo approccio, che ho scoperto essere anche un tipo di colpo effettuato nelle vicinanze della buca, verso questo gioco è nato da un fraintendimento: un amico mi aveva invitato a vedere in sua compagnia il golf intendendo appunto il gioco, mentre io pensavo, visto che per professione - sono un giornalista sportivo - seguo il mondo dei motori, volesse mostrarmi una macchina prodotta da una nota casa automobilistica tedesca… Tant'è, quell’errore mi ha dato la possibilità di conoscere un mondo fino allora sconosciuto, fatto di persone con chiari problemi di salute mentale, tendenti all’esagerazione come lo può essere un pescatore che, pescata una sardina da cinque centimetri, la descrive mano a mano sempre più grande tanto che a fine giornata la sardina è divenuta una balena! Tuttavia, il gioco in sé stesso ha un suo fascino e il mondo dei frequentatori di questo gioco è curioso, per cui ho accettato con piacere l’invito a scrivere qualche nota per gli amici della Chena-Cup. Se il Manzoni ringraziava i suoi 25 lettori, io mi rivolgo ai 9 membri della Chena-Cup: sarò franco e sincero, per cui tremate! Ma cominciamo subito senza altro indugio. Sabato 22 sul campo di Lainate - da non confondersi con Linate: non c’è l’aeroporto! -, si è tenuto il 6° incontro della Chena-Cup in cui si sono confrontati 6 giocatori impegnati sulle prime nove buche. La giornata dal punto di vista climatico è stata particolarmente serena, mentre dal punto di vista dei risultati… diciamo che le luci sono state surclassate dalle ombre. I giocatori suddivisi in due team, il primo composto da Phill Money Mickelson, Tiger Cozzi Woods e Shane Maximilian Lowry, il secondo composto da Mary-Jackie Nicklaus, Nini Karen Trabuscio e Colin Steve Montgomery, hanno visto emergere Tiger e Shane che hanno portato a casa ben 19 punti a testa. Particolarmente notevole il 4 realizzato alla buca 8 da Tiger che poteva anche essere un bel birdie avendo la palla mancato la buca per pochi centimetri ma, si sa, come dice il Rocco Nazionale, i centimetri in più hanno un loro perché… Anche Shane ha effettuato dei bei tiri ma come noto manca di tecnica, di una certa costanza, il suo è più un gioco di fortuna, come si dice ha un bel c..o (d’altra parte porta la 60 mica per niente…). Nel Team il Money è stato un poco la pecora nera, non arrivando alla sufficienza: come si sa il Money è un giocatore celebrale, fantasioso, fantasista, nel senso che immagina il colpo e il risultato ancor prima di posizionarsi sulla palla, ma poi… il Money è la perfetta rappresentazione del conflitto tra Pensiero ed Azione! Che dire del secondo team: diciamo simpatici, ma sabato erano da un’altra parte, forse a sciare, forse sentivano la pressione della competizione. Sicuramente Colin ha subito il fascino sia di Mary-Jackie che di Nini, ma le due ragazze? Il viceversa mi sembra improbabile. Comunque sono convinto che non tutto sia perduto e che alla lunga i risultati verranno. Certo si spera entro la conclusione del torneo se no cui prodest? Assenti Serghio e Rory che dovranno presto calcare il campo per rimettersi in corsa il primo, e difendere il primato il secondo. Severiano ha abbandonato la tenzone: gli auguriamo buona fortuna e speriamo che il gioco gli dia soddisfazioni. Il prossimo incontro si terrà il 29 febbraio, siamo entrati nella seconda parte del torneo e i giochi non sono ancora chiusi. Sono convinto che i nostri eroi ci riserveranno sorprese e ci faranno sognare. Certo, è vero: anche gli incubi sono sogni! Chiudo qui questo mio primo, breve scritto e vi saluto. Rutebeuf
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