L’attività di Loki (dio norreno dell’inganno e dell’astuzia), palesatasi in quel di Lainate, che ha portato alla letterale caduta degli Dei; il sorgere di un nuovo Re dalle chiari origine iberiche; il sorprendente, ma solo per i maligni, exploit della valchiria, conturbante, Dany-Mali Fleetwood; l’arrivo di un outsider (nel senso che la manda spesso fuori limite...), Bobby Lazza Watson, fanno di questa nuova edizione della Chena-Cup un boccone troppo ghiotto per me, ammiratore di Angelo Beolco detto il Ruzzante, per non sollecitare il mio animo irriverente a scrivere e riprendere il goliardico gioco dell’irriverenza giocosa e giullaresca, per cui, in via del tutto eccezionale riafferro la penna e vi scrivo.
25 settembre 2021, buca 1: il gracchiare dei corvi metteva i brividi, un cane guaiva spaventato; Shane Maximilian Lowry colpisce una pessima palla che devia pericolosamente a destra dirigendosi verso il fuori limite. Paulita Cabrera-Bella, con l’animo gentile che la caratterizza, si lancia alla ricerca della palla perduta, e quasi come novella Indiana Jones, affronta gli ostacoli con sprezzo del pericolo. Ma il destino crudele, sul suo cammino (letteralmente sul suo cammino...), pone un ostacolo e l’inciampo è inevitabile: i corvi si alzarono tutti in volo, il cane lanciò un ululato terrificante, la terra accolse abbracciandone il corpo la nostra Paulita (che invidia!). La prima Dea cadde.
2 ottobre 2021 tra la buca 16 e la 17: tre allegri ragazzi percorrono il cammino che porta verso la fine della gara, mancano due buche, la tensione sportiva è palese; Miguelito e Tiger in piena competizione, con uno Shane opaco e fuori forma (sempre tondo è), si contendono lo scettro. Ma, parafrasando una famose canzone di Guccini, (Per fare un uomo), per fare 16 punti bastano 7 buche, ma per chiudere il giro bisogna arrivare alla 18, il fato ha ricordato a Tiger la caducità (anche qui letteralmente…) della vita. Un sasso sporgente si pone tra Tiger e la vittoria. Ricordate la fine della Pascoliana Cavallina Storna (“Mia madre alzò nel gran silenzio un dito:disse un nome . . . Sonò alto un nitrito“)? Così nel gran silenzio, nello stupore dei presenti, avvenne il crollo. La seconda Divinità cadde.
Ora i maligni, nel buio e nel nascosto del loro animo, insinuano spergiurando che non lo credono ma che la cosa è alquanto strana, che ad entrambi gli eventi fosse presente Shane… Shane è figlio dell’isola di smeraldo, l’isola del popolo fatato, e seppur con meno leggende del vicino Galles, si narra anche di spiriti dispettosi nonché delle streghe cornute, fosse mai…. Al tempo l’ardua sentenza!
Ma torniamo al gioco.
Più che gli spiritelli scherzosi Tiger quest’anno deve temere un avversario che ha dimostrato di essere un vero osso duro: Miguelito Vicente Jimenez! Sarà stata la cura della bionda sua maestra, saranno state le attenzioni della Paulita, ma tant’è abbiamo un pretendente al trono di spessore notevole. Bravo Miguelito continua così e forse la coppa sarà tua, ma se non sarà la coppa potrà essere un ottimo Jambon Serrano a consolarti!
Sabato, sotto gli occhi del Presidente, cui vanno i nostri auguri di pronta ripresa, al par 3 della 10, un’incredibile Dany-Mali Fleetwood ha portato a casa un par sfiorando un birdie! Ma non è stato l’unico exploit della giornata: ben 16 sono i punti che la nostra eroina ha portato a casa a dimostrazione di un progresso notevole. Qualche incertezza c’è ancora, ma è vero: oltre le gambe c’è di più!
Infine parliamo del Bobby Lazza Watson. Innanzitutto ho una domanda da porre: il nickname è riferito a Tom Watson o a Bubba Watson? Guardando il suo gioco propendiamo per il secondo, giocatore originale fattosi da se, ma che delle volte si lascia abbattere dall’errore, dal voler fare qualcosa in più quando invece il fare il giusto porterebbe maggior risultato. Forse Bobby Lazza Watson dovrebbe pensare più a Tom che a Bubba, certo Bubba è del 1972 Tom del 1949, ed è più facile che Bobby abbia visto giocare Bubba piuttosto che Tom, ma se avesse visto Tom calpestare il campo di Turnberry nel 2009 con il nostro Manassero si sarebbe reso conto della grandezza di Tom rispetto a Bubba. Certo due giocatori diversi, due epoche diverse, ma, senza voler denigrare Bubba, Tom Watson è il giocatore che io stesso vorrei essere.
Veniamo a Rory. Con lui bastano poche parole: nessuna sorpresa solo certezze. Giocatore di spessore, migliorato nel gioco lungo, poche sbavature; sono convinto che sarà un pretendente alla vittoria finale.
Mary ed Alex sono apparsi solo sabato, troppo poco per poter esprimere giudizi e valutazioni ma sappiamo che entrambi sono combattenti tenaci e che il torneo non li vedrà certo come attori secondari, tutt’altro!
Phill non ha bisogno di affrontare il campo da gioco: ha già vinto! Quest’anno si sta giocando un’altra battaglia che sono convinto non ne piegherà ne spirito ne forza e, presto, i fairway del campo lo rivedranno protagonista.