Come da copione, i nostri si schierano sulla linea di partenza rispettando rigorosamente la classifica generale: tre teams da tre giocatori cadauno, partendo dalla coda della graduatoria per finire con i primi della classe (Max è assente, avendo raggiunto da bravo figliolo i genitori al caldo del profondo sud).
Sul tee della buca 1, alle 10 in punto, iniziano il gioco Alex-Lee, Mary-Jackie e Paulita.
Alex è elegantissimo, veste uno sgargiante dolce vita griffato e fresco di bucato (non sarà più così dopo appena la seconda forchettata di spaghetti tonno e olive, ordinati fuori menù, del resto al circolo lui è uno che conta!), e non si capacita del suo alto handicap, ricordando soltanto i suoi grandi colpi e assolutamente dimentico delle flappe che accompagnano il suo gioco e che, sommati gli uni alle altre, ne determinano il valore.
Mary-Jackie l’impasticcata è ancora sotto choc: tra i dolori alla schiena che la perseguitano e la sbornia non ancora superata dopo la clamorosa vittoria della scorsa edizione, non riesce a ritrovare la sua consueta regolarità e così naviga a vista, ben lontana dal suo standard abituale. Spera, oggi, in una giornata positiva.
Qualche dubbio invece sorge spontaneo analizzando l’andamento delle performance di Paulita. Dopo un ottimo inizio nelle prime prove, è subentrato un progressivo appannamento quanto mai sospetto: che l’adorabile ragazza punti spudoratamente all’ultimo posto, così da ultimare il completino ‘Greg Norman’, collezione estiva?
Del terzetto, è Alex-Lee a realizzare lo shot-of-the-day alla buca 7: un ferro esemplare, da 80 metri, che termina il suo volo a pochi centimetri dall’obiettivo, per raggiungerlo definitivamente dopo un breve rotolo.
L’aitante ragazzone è raggiante e si auto-convince sempre più di quanto il suo handicap non rispetti il suo reale valore, immemore che nelle precedenti 3 buche era stata la ventiquattresima lettera dell’alfabeto latino moderno, la X, a farla da padrone (secondo il nostro campione la causa di tale risultato non era dipesa dal suo gioco, bensì da una voluta invasione di campo alla buca 5, con tanto di cart, del duo Rory-Bobby, che ne avrebbe turbato la concentrazione).
Il secondo team vede ai nastri di partenza Re-Tiger, Phill Money il Presidente, Dany-Malì la top-model. Quest’ultima parte a razzo, sicura decisa e senza esitazioni: dopo 5 buche il suo score registra già 12 punti!
Ecco allora entrare in azione il perfido mancino (alias the President). Avendogli infatti confidato la ragazza, tra un trasferimento e l’altro, di quanto sia importante per lei una attenta concentrazione, possibilmente priva di inutili distrazioni, il malvagio vecchietto comincia a tampinarla con una serie infinita di domande ‘aperte’, cui la ragazza, educatamente seppur controvoglia, non può fare a meno di rispondere. Il risultato dell’operazione-Phill è perfetto. Buca 6, shot della fanciulla. Palla che finisce sotto un cespuglio. In totale confusione Dany-Malì estrae il putter: risultato, tre air-shot di fila. Innervosita, solleva la pallina annullando la buca per poi confidare ai compagni allibiti: ‘Che cagata che ho fatto nel cespuglio!’. Terminerà il suo giro realizzando ancora soltanto due punti! Re-Tiger, nel frattempo, dopo un inizio regolare, non sbaglia più un colpo; due approcci da maestro (buca 7 e 8), par alla 9 e tanta classe e lo score, da buono, si trasforma in eccellente (22 punti)!
Il terzo team a partire, quello dei campioni, non tradisce le attese almeno a riguardo di Rory e Miguelito.
I due non sbagliano un colpo (solo una X per Rory alla buca 7) e terminano appaiati con 22 punti. Per la vittoria finale ci sarà da divertirsi e probabilmente sarà il gioco degli scarti a determinare il vincitore di questa edizione, senz’ombra di subbio la più incerta e combattuta.
Per Bobby Lazza invece una giornata no! Per lui, che opera nella ‘domotica’, oggi si deve essere inceppato qualche interruttore: ma considerando il talento del ragazzo, siamo certi che lo riparerà quanto prima, soprattutto se memorizzerà i suoi 50 punti di qualche giorno fa come un obiettivo da confermare e non già raggiunto.