UNA INNATA SIMPATIA

(a cura di Phill Money)

Da sempre, fin da ragazzino, ho avuto un’innata simpatia per i più deboli: per coloro, ad esempio, che qualunque cosa facessero faticavano oltre misura così come per i ragazzini che quando si facevano le squadre di calcio venivano costantemente scelti per ultimi e destinanti al ruolo di terzino. Anche il mondo delle barzellette non faceva sconti in merito, raccontando dei malati che andavano dallo psicologo dicendo che non si sentivano considerati e a cui veniva risposto dallo specialista ‘avanti un altro’, come pure la figura dello studente dai cattivi risultati spesso raffigurato dietro la lavagna con tanto di orecchie d’asino di cartone e dileggiato da tutta la classe. Così accade anche nelle classifiche, dove è uso scornacchiare gli ultimi a discapito dei primi.

Orbene, a conclusione della sesta edizione della Chena-Cup, oggi vorrei stravolgere questa insana abitudine, capovolgendo la nostra classifica finale (cosa estremamente facile clikkando sul tasto ‘ordina dal più piccolo al più grande’ e non viceversa) destinando il maggior spazio agli ultimi e lasciando i titoli di coda ai più fortunati.

Ed ecco allora scattare sul gradino più alto del podio Claude Valery Dechambeau: per lui è doveroso un grande ‘chapeau’ con tanto di inchino. Tutti noi, l’abbiamo provato, sappiamo quanto sia frustrante non riuscire a giocare come si vorrebbe e come invece si riesce quando non si è in gara. Molti, in queste situazioni, scappano o si ritirano. Claude invece ha lottato con i suoi fantasmi sino all’ultimo. Mai un ritiro, soltanto qualche raro e contenuto gesto di stizza. Giustamente è risultato il pluripremiato della serata. Per lui due trofei: un diploma unico nel suo genere (con tanto di video on-line) e la maglia nera, finalmente anche di taglia corretta.

Paulita, meritatamente seconda, quest’anno non ce l’ha fatta a conquistare il tanto agognato topless firmato. Anzi, vista e considerata l’imbattibilità di Claude, per un attimo ha pensato ad un quart’ultimo posto che l’avrebbe esonerata anche dalla gabella che grava sugli ultimi tre classificati. Purtroppo già a metà giro la fedele sorella Thelma l’informava del buon punteggio di Phill, partito poco prima di lei, cui si aggiungeva un Rory in grande spolvero. Sarà per l’anno prossimo!

Rory Talla McIlroy può giustamente ritenersi il vincitore morale di questa edizione. Considerando esclusivamente le prove successive al rientro dopo l’intervento ospedaliero, la matematica lo sistemerebbe al comando di tutte le possibili classifiche: netta, lorda, memento! E per di più con distacchi incolmabili. Da gran signore, non ha chiesto spostamenti di data ne recuperi. Ha accettato in silenzio il regolamento, facendo al contempo ben intendere a tutti che la settima edizione lo vedrà in testa a qualsivoglia pronostico.

Phill, cioè lo scrivente, è medaglia di legno, dopo il mirabile terzetto che lo precede. Poiché come recita il proverbio ‘chi si loda s’imbroda’, tralascio ogni commento di merito. Aggiungo soltanto la mia sincera gratitudine a tutti gli amici della Chena-Cup, senza alcuna eccezione. Ogni gara disputata è una piccola gioia, è un tassello di amicizia che si consolida, è davvero un giocare insieme: corretto, sereno, piacevole. Spero, di cuore, che questa Chena-Cup duri il più a lungo possibile.

Per Miguelito l’indigestione seguita alla vittoria della V° edizione non è ancora smaltita: anzi, la salamella alla cipolla ingerita più che degustata alla buca 12 ha dato il colpo di grazia. La sua insolita apparizione nelle parti basse (alte invero) della classifica ne certifica comunque l’importanza.

Dany Malì oggi è partita in stato confusionale. Vistasi bocciata dalla insensibile commissione la richiesta di giocare nello stesso team dell’amato compagno (“Lo vedo già poco, se poi non ci lasciano neppure giocare insieme”, piagnucolava la ragazza) ha faticato a trovare la giusta concentrazione, sparacchiando ovunque nella prima parte di gioco. Un ottimo drive alla buca 6, al momento del suo passaggio in testa nel contest, l’ha in parte rigenerata.

Arriviamo così ai titoli di coda.

Quinto Alex-Lee, che potremmo soprannominare mister cinquantapercento, considerando la sua percentuale tra tiri buoni e tiri cattivi. A pari merito Maximilian Shane, da oggi nuovo Presidente del club. Quarta Mary-Jackie, svegliatasi troppo tardi per meglio risalire la classifica. Terzo Bobby Ovunque Lazza, implacabile ricercatore del tesoro perduto. Sinceri complimenti poi a Ross, meritatamente al suo esordio sul secondo gradino del podio, l’unica in grado di preoccupare il Re.

Da ultimo Re Tiger: implacabile, solido come una roccia, degno vincitore.

Per lui, al momento, sarà dedicato un giusto peana.