(a cura di Phill, Rose e Shane)
Se arrivando in fondo a questo articolo vi sorgesse il dubbio di aver sbagliato tutto nella vita, sappiatelo: non siete i soli. Chi gioca a golf o chi continua a snobbarlo si segni questo nome: Glenn Berger. Non si tratta di un professionista o di un potenziale campione. Glenn Berger è un sub poco più che 40enne della Florida che di mestiere raccoglie le palline finite nei laghetti o negli ostacoli d’acqua di una quarantina di campi da golf dello Stato. Quindi le lava, a volta le lucida e le rivende. Eccome se le rivende: negli Stati Uniti più di un sito specializzato sostiene che in 15 anni di onorata carriera abbia incassato 15 milioni di dollari. Lui frena e parla di esagerazioni giornalistiche.
Nessun errore di battitura, nessuna conversione di valuta sbagliata: la sua “Bustin Balls” recupera fino a 1,7 milioni di palline l’anno per poi rimetterle sul mercato dell’usato a privati o circoli. Il listino prezzi varia da diciotto centesimi fino a 1,35 dollari a pallina, a seconda delle condizioni e del tipo. Le più economiche arrivano dai campi pratica, le più costose, le Pro V1, da chi frequenta i circoli più rinomati. Si calcola che ogni anno in Florida si facciano almeno 30mila giri su ogni percorso di 18 buche. Si stima che ogni giocatore perda in media una pallina e mezza a giro. E il totale è presto fatto, anche se il diretto interessato non conferma le cifre circolate online.
Si narra inoltre che vi sia un giocatore che più di ogni altro rappresenti il più proficuo fornitore di palline per il signor Berger. Costui ha nome cognome e soprannome ben identificati e calca il Lainate Course Club, per la precisione risponde al nome di Bobby Lazza Watson.
Non abbiamo potuto fare a meno di intervistarlo al termine della partita di sabato scorso. Eccone un sunto con i passaggi più significativi. Bobby Lazza Watson ha perso, su nove buche, ben otto palline. In ben sei diverse situazioni non ha saputo indicare dove le stesse avessero approssimativamente terminato la loro corsa, costringendo i compagni di team a girovagare a casaccio tra raf e fairways e a destra e a manca. In ben cinque occasioni sono stati largamente superati i tre minuti di ricerca ammessi dal regolamento, ma nessuno dei compagni di team ha osato segnalare la cosa, per non urtare la suscettibilità del giocatore. Voci non ancora confermate hanno poi segnalato che Bobby, a fine match, abbia ricevuto direttamente di Glenn Berger un sms di poche parole: “Thank you very much Bobby, as always”. Si segnala inoltre che a fine gara i contapassi dei compagni di team indicavano una percorrenza media di oltre 9 chilometri, su un percorso previsto di poco più di 5! Miguelito e Phill hanno terminato la gara stravolti ed in affanno, Mary Jackie, donna bionica, ha finito invece in perfetto stato di forma e con ottimo punteggio.
Se nel primo team è stato Glenn Berger a farla da padrone, nel gruppo successivo sale in cattedra la religione induista. Infatti, come per la trimurti della tradizione Indù (Shiva, Brahma, Vishnu), anche nel gruppo ShaDanCla abbiamo avuto la rappresentazione dei tre ruoli. Brahma=il Creatore è stata Dani-Malì, infatti il suo gioco ha creato momenti di esaltante calore; Vishnu=il Conservatore è stato Shane con un gioco tranquillo di ricerca dei punti classifica più che del gioco spettacolo; Shiva=il Distruttore è stato Claude-Valery che con caparbietà e chiaro impegno ha distrutto il suo precedente record. Tutti comunque hanno compreso che nel gioco del golf è necessario essere come il dio Ganesha (o Ganesh in sanscrito), che rappresenta il perfetto equilibrio tra energia maschile (Shiva) e femminile (Shakti), ovvero tra forza e dolcezza, tra potenza e bellezza. Simboleggia inoltre la capacità discriminativa che permette di distinguere la verità dall'illusione, il reale dall'irreale. Non c’è altro gioco (ma poi, siamo sicuri che sia un semplice gioco?), come il golf in cui è necessario avere lo spirito di Ganesh.
L’ultimo team del resoconto, ma nella realtà il primo a partire, vede al via i ‘pezzi da 90’ che, per il momento, guidano indisturbati la nostra classifica: Tiger Cozzi Woods e la new entry Justina Ross, affiancati da Alex-Lee e Paulita.
I quattro si lanciano sguardi di invidia e, si maligna, alcuni malefici, studiati la sera prima sul libro di magia nera della famosissima Amelia la strega che ammalia (la sportività qui non è contemplata).
Paulita, con la grinta e l'allegria che la contraddistinguono non parte benissimo, ma il suo buonumore non si altera nemmeno davanti alla malasorte che oggi sembra non volerla abbandonare.
Tiger Cozzi, forte del primo posto in classifica, è in grande spolvero ed ottiene un buonissimo risultato.
Alex pare non essersi ripreso dal jet lag, prova a reagire e si esibisce in alcuni ottimi tiri.
E... poi c'è lei, Justina Ross: parte con un par alla 10 (lei stessa sembra non crederci), incredulità che persisterà fino alla 18, dove chiude con uno strepitoso 24 e dove si rende conto che quelli che prima (si era illusa la poverina) erano amici, sono in realtà delle serpi da cui guardarsi (non le sfuggono frasi del tipo "le spezziamo le gambine" e “Ross... quale, chi? Non si è vista...).
Ora la classifica generale parla chiaro: Justina si porta a soli due colpi di distanza dal leader, ed ha alle spalle Mary-Jackie e Dany-Malì, con Tiger sempre in testa. Sì, davanti c’è sempre l’impavido Cozzi Woods, che sembra aver finalmente realizzato il suo sogno: un uomo solo al comando inseguito da tre splendide fanciulle che altro non aspettano che agguantarlo. Saprà aspettarle come farebbe un normale ‘homo sapiens’ o preso dal suo furore agonistico scapperà via? La risposta alla prossima puntata!