Un vecchio proverbio portoghese afferma che un matrimonio bagnato della pioggia è un matrimonio benedetto. Davvero la pioggia, in un giorno di nozze, puó creare un’atmosfera magica che porta speranza, fertilità e un buon inizio di vita per la coppia? Sì, sì, è vero! Questo è il significato del famoso detto ‘Matrimonio bagnato, matrimonio fortunato’.
A Lainate, invece, l’adagio lusitano ha subito una sostanziale opposta trasformazione di natura golfistica in ‘Campo innaffiato, campo sfigato’, o meglio ancora ‘Se il campo non secca, la pallina non si becca!’. Ne deriva che qui, per i locali green-keeper, un campo oltremodo rinsecchito e di difficile interpretazione risulta preferibile ad ogni altra soluzione.
Questo ‘incipit’ solo per illustrare le condizioni di gioco in cui si sono trovati a gareggiare questo sabato mattina gli immarcescibili stakanavisti della Chena-Cup.
Manca Tiger. È la prima volta che capita da quando il colosso di Parabiago partecipa al master di Lainate. Per i suoi avversari l’occasione è ghiotta e non mancheranno di trarne il giusto profitto.
Seppur leggermente claudicante, è presente invece Paulita: come lei stessa ci racconta, il rientro è risultato un po’ in salita, con grande rammarico alla buca 5, dove non riesce a capitalizzare come vorrebbe dopo essere arrivata con solo due colpi quasi a ridosso del green.
Per lei, come per Mary (per giocare a questo sport – dichiara l’attempata ragazza – ci vuole mente libera e corpo sano: non è oggi tempo di golf per me!) e per Dany-Malì il risultato odierno sarebbe ‘super’ esclusivamente come votazione scolastica (tre 10 rappresenterebbero un mega top), non altrettanto per una competizione di golf.
Vanno invece celebrati Shane e Alex-Lee, vincitori di giornata.
Il primo, oltremodo eccitato per trovarsi in team con due adescanti valchirie, elargisce colpi di gran classe e regala a fine gara alle compagne di gioco l’immancabile poemetto adulante: “Il ritorno di Paulita rende la giornata assai gradita. Con la Dany un gran fulgore si riscalda non solo il core”. (con grande delusione di quest’ultima, il nostro vate caseresccio rifiuta di specificare cos’altro si infiamma…).
Alex-Lee è a sua volta in grande spolvero: oggi ha deciso di ‘attaccare’ su ogni buca, costi quel che costi. Alla ‘3’, dopo un perfetto drive, controlla il suo orologio. Mancano 180 metri a centro green e decide che con il suo magico legnetto volerà oltre il canneto per poi depositare la palla nei pressi della buca. Mary e Paul, compagni di team, si guardano perplessi. Parte la ‘bomba’: la palla non è colpita bene, il volo è incerto e destrorso, ma il terreno secco aiuta. Come telecomandata, la sferetta rotola stancamente nella stretta lingua di ‘quasi’ verde tra il bunker sulla sinistra ed il canneto a destra, per finire la sua corsa a bordo green. Due putter ed il par è cosa fatta: grande Alex!
Si mangia invece le mani Miguelito: è arrivato alla buca nove con 15 punti già in saccoccia ed ha piazzato in green il tee-shot. Un bel par e lo score diventa di lusso. Ma primo put è un pò lungo, il secondo cala troppo, il terzo non prende la pendenza giusta e il quarto se ne va dove non deve!
La classifica aggiornata (tenendo conto, come da regolamento, solo di 6 prove), vede ora al comando Bobby-il regolarista (19 punti anche oggi) seguito a ruota da un attento Rory. Sempre in agguato Miguelito e Tiger, mentre incalzano minacciosi Dany, Shane e Alex.
Per la maglia nera è lotta apertissima: Phill e Mary se la stanno contendendo a colpi di ‘X’ fin dalla prima prova, ma si fa sempre più minacciosa, con un grande recupero, l’esperta Paulita.
(nella foto lo spettacolare farway del green club)