Alcune canzoni che sono diventate, nella nostra cultura occidentale, patrimonio dell’umanità, hanno una storia davvero interessante. Conoscerne la storia, aiuta a valorizzare e ad amare ancor di più il brano in questione.
Una celebre musica che appartiene alla storia della musica popolare è un valzer antichissimo che fu scritto per le occasioni di congedi, e suonato per festeggiare pensionamenti, cambiamenti, addii e, più recentemente la fine del servizio militare.
Il titolo di questo valzer è “Auld Lang Syne” ed è una canzone tradizionale scozzese che dall’antico gaelico si traduce in inglese in “the good old days” o in italiano in “i bei tempi andati”.
In italiano lo conosciamo tutti con il titolo “Il Valzer delle candele” che viene suonato prevalentemente durante il periodo natalizio ed in particolare durante la notte di Capodanno.
Le parole di questa canzone sono state scritte per ricordare con gratitudine i vecchi amici ed il tempo lieto passato insieme a loro.
Ed è proprio a due carissimi compagni di gioco, Ninì Karen Tirabusciò e Colin Steve Montgomery, che vogliamo dedicare questo delicatissimo valzer.
Ci sono in merito, numerosi testi con infiniti varianti di questo brano.
Si va dai più tristi ai più… leggeri.
Per l’occasione, mi rifarei a questi ultimi, in particolare a quello che i boy-scauts erano soliti cantare al termine di ogni anno di attività, pronti a ricontrarsi tutti insieme in quello successivo.
Terminava con queste parole: “… ma noi ci rivedremo ancor, ci rivedremo un dì. Arrivederci allor, arrivederci, sì”.
Fin d’ora, quando vorranno, saranno i benvenuti, come ospiti fuori gara, in ogni competizione della Chena-Cup e… per finire, la coppa meritatamente vinta da Colin è ancora in bella vista sul mobile importante di casa o è già sparita, come è giusto che sia?