(a cura di Phill)
Oggi raccontiamo l’incredibile storia di Maurice Flitcroft, il fantasma del golf, un gruista dell’Inghilterra del Nord che nel 1976 si spacciò per un professionista del Tour per partecipare alle qualifiche dell’Open Championship. Quando Maurice Gerald Flitcroft si presentò sul tee di partenza del Formby Golf Club per iniziare il giro di qualifica, non vi era nessun dubbio che non si trattasse di un campione, bastava guardarlo: vestito con scarpe di plastica, cappello da pesca, denti finti e un set di scarsi bastoni acquistati per corrispondenza. “Il bastone è andato su verticale ed è tornato giù verticale… era come se stesse cercando di ammazzare qualcuno” – ricorda Jim Howard suo compagno di gioco in quel fatidico giorno – “La palla fece pochi metri e si fermò subito dopo il tee”. Questa fu solo l’introduzione a uno straordinario quarantanove sopra il par, 121 colpi, il peggior punteggio mai registrato nella storia delle qualifiche dell’Open Championship. Un record che ancora oggi è imbattuto ed è più che probabile che rimarrà tale.
Ma ciò che più indispettì I dirigenti del golf mondiale fu che questo affronto rappresentò in realtà solo l’inizio di un’incredibile storia che avrebbe visto Flitcroft impegnato contro l’establishment inglese. Con ogni sotterfugio e travestimento provò e riprovò a qualificarsi all’Open violando tutte le regole.Flitcroft si ripresentò come Gene Pacecki, con grossi baffi finti e occhiali scuri.Un’altra volta come James Vangane vestito con un cappello da cacciatore. Ma veniva, chissà perché, sempre cacciato molto prima della decima buca.
Ebbene, sì! Questa mattina, alle 10 in punto, più o meno a metà del lungo farway che accompagna la buca 1, il fantasma del golf si è ripresentato. Alto e magro, età sulla trentina, maldestramente spettinato, vestiva una sgualcita maglietta arancione, in perfetta nuance con degli stropicciati bermuda kaki, impugnando a mò di manico da scopa un non meglio definito ferro 7. Si aggirava con fare ambiguo, seguendo di soppiatto ed a debita distanza, ma con ingiustificata attenzione, le nobili gesta di Ross, Miguelito e Phill. Preoccupati, i nostri campioni, insospettiti da cotal comportamento, dopo essersi interrogati reciprocamente sul da farsi, hanno trovato il coraggio di interpellare l’intruso. “Sono un principiante, mi ha mandato qui il signor Michele – è stata la pronta risposta – mi ha detto di seguire i ‘mitici’ giocatori della Chena-Cup, per farmi un’idea di come si muovono sul campo dei giocatori esperti!”. Tranquillizzati ed inorgogliti dall’inattesa risposta, i nostri tre eroi hanno messo in mostra il meglio del loro repertorio, concludendo la buca con una x per Miguelito, in 7 colpi Phill, ed in 6 Ross. A salvare i tre campioni da ulteriori umiliazioni è prontamente arrivato in loro soccorso il pilota Vito Di Francesco, che guidando il cart di servizio in versione abarth con ineguagliabile maestria, minacciava, elevandosi in tutta la sua statura, il malcapitato ragazzo e lo invitava ad abbandonare immediatamente il campo di gioco.
Tornando alla gara, tanto di cappello a Ross e Alex-Lee (20 punti), affiancati sul podio del vincitore. Ad un punto di distanza segue Phill, in lotta nel disperato tentativo di abbandonare il terz’ultimo posto nella classificata generale dove, al comando, troneggia ora Bobby Lazza. Ma attenzione a Ross, che nel suo score ha un punteggio i meno… !