Nella celebrazione del Trionfo dell’antica Roma, il corteo si formava nel Campo Marzio ed entrava in città dalla Porta Triumphalis, traversava il Velabrum e il Circus Maximus, percorreva la via Sacra e il Forum, ascendeva il clivus Capitolinus e si fermava dinnanzi al tempio di Giove Capitolino. Lì aveva inizio la cerimonia.
Ma anche il percorso che ha condotto i nostri eroi al rinomato e pluristellato ristorante pizzeria ‘Il giardino del Golf’, nella contea di Lainate, dove avrebbe avuto luogo l’investitura del quinto imperatore della Chena-Cup, non era certo da meno. Le origini natali e residenziali dei nostri campioni trasudavano a loro volta gocce di autentica nobiltà: Misent, Parabiach, Bollaa, Galaràa, Ro, Porta Noeuva, giusto per citare i ‘municipi’ più significativi.
Puntuali come orologi mal funzionanti, i nostri arrivarono alla spicciolata: chi con ingiustificato anticipo (Mary e Phill), chi con colpevole ritardo (Shane e Rory con rispettive consorti). Finalmente, con mezz’ora di anticipo rispetto ad un’ora di ritardo, allo scoccare dell’ultimo e ventesimo tocco di campana della Chiesa di San Vittore, la grande festa ebbe inizio.
E’ Shane a prendere per primo la parola: ha in mano uno scritto di ‘Destimulus Bastaso’, incredibile ‘summa’ di assurdità che solo la fervida e cervellotica fantasia del ragazzotto di Rho potevano concepire. Tra trascinatori di pietre per buoi e gare di Stone put, tra il chiarissimo professore Sun Mis Mal e lo sponsor Nacagata International, conclude la sua lettura riscuotendo il meritato e convinto plauso dei commensali. Riceve, ambito premio alle sue fatiche (non si dimentichino le tante perle lascateci dal defunto Rutebeuf), l’ormai mitica maglietta nera, griffata Greg Norman.
Finisce invece nelle mani (per ora, poi sarà lo stomaco a trarne i benefici) di Alex-Lee, la ‘Coppa di Langhirano’: premio conquistato grazie ad uno scoppiettante finale di stagione.
Zitta zitta, quanto mai accattivante in elegante abito di seta con raffinato disegno floreale, Paulita-Bella prosegue nel rinnovamento del proprio guardaroba: nonostante qualche vago sospetto abbia fatto capolino su una certa predisposizione della ragazza a conquistare l’ultimo posto, a tranquillizzare tutti i presenti sulla integrità morale di Paulita è proprio Destimulus, la cui dichiarazione non lascia margini a dubbi: “Ma che cosa giochi a fare? Ma fammi il piacere… C’è tanta campagna da zappare!”
Finalmente sopraggiunge il grande momento.
Miguelito Vicente Jimenez è raggiante. Pantaloni blu, camicia Oxford immacolata, sorriso sgargiante delle grandi occasioni: con indubbio merito, l’argentea coppa gli viene consegnata da Mary-Jackie e Tiger, gli ultimi campioni uscenti. Ha veleggiato al comando sin dalle prime prove, respingendo i continui attacchi dello stesso Tiger, di Rory e di Bobby. Ora, per Miguelito, sopraggiungono obiettivi ancor più ambiziosi: solo Severiano Blanco, ma allora i giocatori erano solo sei, è riuscito a doppiare il successo. Riuscirà il ragazzo di Malaga ad emulare il campione di Marina de Cudeyo?
Parafrasando l’ode manzoniana ‘Il cinque maggio’, ai posteri l’ardua sentenza.