(a cura di Shane Maximilian e Phill Money)
Ed è giunta la quarta giornata di questo torneo alquanto strano che prende il nome da un fiume dell'Alaska.
Io, Antoine de La Salle, avvezzo a scrivere di cortesi amori un po' lascivi, mi trovo qui oggi a raccontarvi di una giornata molto particolare.
Chi scegliere come titolare principe di questa giornata? Forse il Talla che non l'ha imbucata o forse il Lazza un poco in crisi? Non lo so, per certo abbiamo una conferma: Tiger is back. Come un vecchio Leone la tigre non demorde: mi fa un bel 20 punti e fa sentire il fiato sul collo del capolista. Quel capolista che per un punto solo resta il buon Lazza che convinto di aver perso il trono è andato via mogio mogio. E che dire dell'ingegnere che tranquillo sul suo Kart anche lui segna un bel punteggio, certo i suoi soci prima gli affibbiano un 18, poi un 19, in realtà è un bel tondo 20.
Tuttavia una menzione d'onore va fatta per lo Shane che con un bel nove resta ben saldo in ultima posizione. Quale sarà il suo obbiettivo? Comunque se Tiger is back, Rory non è da meno e forse la speranza dell'inizio della stagione potrebbe ancora essere soddisfatta. Le ragazze si sono difese: oggi né carne né pesce, ma comunque va sempre bene. Dany conferma la sua ottima stagione tanto da essere seconda e chissà che si riveda una signora trionfare a fine stagione. La classifica sembra dividersi in due: i primi 5 oltre i 70 punti (con i primi 3 staccati di un solo punto) e gli altri con distacchi che potrebbero essere difficili da colmare. Ma la palla è tonda e il golf si chiama così solo perché la parola "inferno" era già presa.
Nella consueta tavolata finale, degna di menzione è l’eccellente pastiera napoletana, conquistata di prima mattina ai piedi del Vesuvio con tanto di coda con numerino, ancor prima che spuntasse il sole: grazie mille Miguelito! A furor di popolo, sarà il gruppo, e non più il diretto interessato, a scegliere le future destinazioni di viaggio del giocatore iberico. Non più in base alle esigenze professionali del ragazzo, bensì ai ‘desiderata’ culinari dei commensali. Già si parla dei ‘tostones con guacamole’, piatto tipico della cucina caraibica.
Per finire, lunga disquisizione sull’etimologia del termine ‘puttanesca’, abbinato agli spaghetti inseriti oggi nel ricco e vario (?!) menù del ristorante del Giardino. Aiuta internet, che lancia una lunga serie di opzioni. La maggior parte di queste, fa inevitabilmente riferimento alle case di tolleranza, dove gli ‘spaghetti alla puttanesca’ rappresentavano il piatto unico che veniva offerto al cliente, in attesa o successivamente all’intensa copulazione. Ma la scelta finale si rifà ad una simpatica leggenda. Il sugo fu inventato negli anni ’50 da Sandro Petti, uno dei proprietari di un celebre locale notturno ischitano. Si racconta che una sera Petti avesse degli ospiti a cena, ma non molti ingredienti a disposizione per sfamarli. Poiché era molto tardi e questi avevano un grande appetito, insistettero dicendo: “Facci una puttanata qualunque”. Petti che non aveva altro che alcuni pomodori, delle olive e i capperi, realizzò il piatto e più tardi lo inserì nel suo menù con il nome di “Spaghetti alla Puttanesca”.
Un po' come tiriamo noi a golf!