ERAVAMO QUATTRO AMICI AL BAR

Sì, eravamo proprio quattro amici al bar.

Non era proprio il bar sussurrato dal Gino nazionale della canzone, bensì quello del nostro verdeggiante Green Club di Lainate.

Anche gli ‘amici’ erano un po’ più attempati ed i loro bicchieri, anziché di coca-cola o caffè, spumeggiavano di fresca birra ai cinque luppoli.

I ‘nostri’, Flavio, Mary, Paolo ‘bi’ e Paolo ‘emme’, non intendevano neppure cambiare in alcun modo il mondo, ma semplicemente dissertavano su come aggiungere un po’ di pepe alle loro sfide golfistiche che ormai si ripetevano da qualche tempo, e sistematicamente, ogni sabato mattina.

L’incontro al bar si rivelò estremamente proficuo.

Tra un sorso e l’altro del biondo nettare, si stabilirono il trofeo (l’argentata coppa al merito), il monte-premi (la stuzzicante cena collettiva), il marketing-planning (l’impareggiabile sito www.chena-cup.com).

Nell’euforia scaturita dai boccali che si succedevano, Flavio divenne Rory, Mary convenne a nozze con Jack Nicklaus, Paolo ‘bi’ si convinse che colpiva la palla come l’inimitabile Severiano mentre Paolo ‘emme’ era certo che al mondo ci fossero soltanto due giocatori mancini degni di indossare la green-jacket, lui oltre a tale Phill Mickelson.

Dopo solo tre edizioni, ed alla vigilia della quarta, anche grazie ad un imperdibile documentario degno di Oscar, questa volta i quattro amici al bar non si sono dimezzati, ma bensì triplicati, con scrupolosa attenzione ad una consistente partecipazione di quota rosa.

In rapida successione sono così arrivati Serghio, Tiger, Colin, Ninì, Shane e poi ancora Alex-Lee, Miguelito con Paulita, Dany-Malì, tutti accolti a braccia aperte perché, ben conoscendoli, condividono in pieno il giusto spirito del nostro gioco.

Ed allora mettiamo da parte il genovese Gino Paoli e, questa volta citando il milanese Johnny Dorelli, aggiungiamo l’ennesimo posto a tavola che c'è un amico in più, con la ferma certezza che in questa circostanza, in barba alle convenzioni più diffuse, la quantità non andrà assolutamente a scapito della qualità.

Ad majora, semper!