(a cura di Massimo Sgambelloni)
Cari e care membri della Chena-Cup, dopo una pausa trascorsa in un inverno a dir poco anomalo e insolito, si riprende il percorso che ci porterà alla proclamazione del vincitore di questa 5^ Chena-Cup. Per una mera e fortuita casualità, cosa che ci dimostra quanto la vita possa essere curiosa, ci troviamo qui sul campo da gioco nel giorno in cui Lucio Dalla avrebbe compiuto 80 anni. Credo di poter affermare che nessuno tra noi non sappia chi fosse Lucio Dalla e credo che tutti conoscano almeno una delle sue canzoni o ricordino la sua musica.
Ecco, io vorrei approfittare di questa casualità, di questa coincidenza, per rammentarci di quanto sia importante ricordare e riflettere sulla bellezza della vita e questo anche, e oserei dire soprattutto, nei momenti in cui tutto sembra andare “storto” e tutto ci appare “negativo”. Ho scritto e parlato del “memento” (ricorda), non perché io pensi che il passato sia l’epoca del bengodi (ho sempre ritenuto che “i bei tempi andati” siano solo immagini irreali), ma perché dal ricordo si possa trarre indicazione per il futuro. Anche una canzone nel suo racconto può insegnare molto e Dalla ha scritto testi veramente interessanti.
Ma ora basta, pronti ad affrontare il campo, ad imbucare meravigliosi putt, a eseguire stupendi approcci e se anche dovesse andare male c’è sempre la 19^ buca ma soprattutto il piacere di stare ancora una volta insieme.
Dice che era un bell'uomo e veniva, veniva dal mare, parlava un'altra lingua, pero' sapeva amare e quel giorno lui prese a mia madre sopra un bel prato, l'ora piu' dolce prima di essere ammazzato.
Cosi' lei resto' sola nella stanza, la stanza sul porto con l'unico vestito ogni giorno piu' corto e benche' non sapesse il nome e neppure il paese mi aspetto' come un dono d'amore fin dal primo mese.
Compiva 16 anni quel giorno la mia mamma, le strofe di taverna, le canto' a ninna nanna e stringendomi al petto che sapeva, sapeva di mare giocava a fare la donna con il bimbo da fasciare.
E forse fu per gioco o forse per amore che mi volle chiamare come nostro Signore. Della sua breve vita e' il ricordo piu' grosso e' tutto in questo nome che io mi porto addosso.
E ancora adesso che gioco a carte e bevo vino per la gente del porto mi chiamo Gesu' bambino, e ancora adesso che gioco a carte e bevo vino per la gente del porto mi chiamo Gesu' bambino. E ancora adesso che gioco a carte e bevo vino per la gente del porto mi chiamo Gesu' Bambino.